(Quattroruote) Prova su strada: #Honda #CR-V 1.6 i-DTEC 160cv manuale
La protagonista della nostra prova su strada è la Honda CR-V, equipaggiata con il 1.6 litri i-DTEC da 160 cavalli, abbinato a un cambio manuale a sei marce e alla trazione (unica scelta) integrale. Grazie a questo nuovo propulsore, la Casa giapponese ha potuto mandare in pensione il 2.2 da 150 cavalli. L’allestimento è quello di punta: l’Executive Navi Adas Sensing AWD, a listino a partire da 39.650 euro.
Caratteristiche. A bordo quasi ogni bendidio è di serie, a partire dalle regolazioni elettriche del posto guida complete di memorie. Seppur vitaminizzata, la Suv nipponica resta tutta dedita alla famiglia e ai bagagli, come si nota dalle sospensioni tarate in modo turistico. L’1.6 turbodiesel è ben isolato e al minimo non si avvertono, o quasi, vibrazioni, persino quando entra in funzione lo Start&Stop. La risposta ai bassissimi regimi è un filo pigra, ma morbida: superati i 1.500 giri si va in scioltezza. Si gioca molto sulla regolarità e sulla progressione, che diventa più corposa varcata quota 2.000, quando è disponibile il picco dei 350 Nm.
Come va. La CR-V ti convince per la sicurezza, la solidità e per la facilità con cui affronta le imperfezioni della strada, merito anche della gommatura poco ribassata e delle sospensioni dall’escursione ampia, anche se poi il retrotreno risente un po’ degli ostacoli più secchi. Con queste premesse non stupisce che rollio e sottosterzo siano marcati. A livello di consumi si percorrono in media quasi 14 chilometri con un litro, che scendono a 12 in autostrada. Ma il dato più confortante è quello relativo all’utilizzo urbano, dove si percorrono 13,7 chilometri al litro. In più lo spazio a disposizione è abbondante per quattro persone e per il carico, oltre che ben sfruttabile. Tutte doti importanti, corroborate, sull’esemplare in prova, da una dotazione di serie sontuosa. Citiamo solo: interni di pelle, tetto panoramico con tendine elettriche, navigatore satellitare, portellone ad azionamento automatico, fari allo xeno. Senza contare i tanti sistemi di sicurezza: dalla segnalazione di pericolo in uscita dal parcheggio alla frenata attiva, dall’allarme di collisione frontale al Cruise control adattivo.
In sintesi. Alla prova del cronometro il 1.6 litri i-DTEC ha dimostrato di possedere una buona verve e di aver aggiunto ulteriore brio alla Honda CR-V, senza penalizzare in modo eccessivo i consumi. Qualcuno poteva attendersi magari un po’ di cattiveria in più, ma ciò avrebbe alterato lo spirito della CR-V, che resta, a tutti gli effetti, una vettura da famiglia, comoda e spaziosa, dall’indole non sportiva. Come da tradizione, la CR-V è ben realizzata e solida. Allestimenti e dotazioni sono quasi blindati: in pratica, si sceglie la versione in base a quello che si vuole trovare, poi la personalizzazione è ridotta all’osso. In ogni caso, anche la scelta di un allestimento meno ricco di quello dell’esemplare in prova difficilmente deluderà, perché la CR-V è comunque generosa con chi trascorre molto tempo a bordo.
(l’articolo su Quattroruote è in riproduzione riservata quindi per i dettagli:
…tutto encomiabile, anche il design (che poi vale la regola del “degustibus”)…ma il cambio manuale no, non lo ammetto su auto del genere
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Invece io trovo che offrire l opzione se averli manuale o automatico sia una gran cosa.
Una Civic con il 160cv manuale la prenderei volentieri ☺
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Le foto con le plastiche rigate non si possono vedere 😦
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