Honda annuncia il nuovo listino della gamma auto, valido a partire da mercoledì 1 febbraio 2023. I prezzi si intendono chiavi in mano (IPT e PFU esclusi).
Honda e
VERSIONE | LISTINO |
Advance | € 40.600 |
Jazz e:HEV 2023
VERSIONE | LISTINO |
Comfort | € 24.500 |
Elegance | € 26.150 |
Executive | € 27.800 |
Crosstar Executive | € 29.400 |
Jazz e:HEV facelift 2024
VERSIONE | LISTINO |
Elegance | € 26.400 |
Advance | € 28.400 |
Sport | € 29.450 |
Crosstar | € 29.650 |
Civic Type R
VERSIONE | LISTINO |
2.0 Type R | € 58.300 |
HR-V e:HEV
VERSIONE | LISTINO |
Elegance | € 33.000 |
Advance | € 35.500 |
Advance Leather | € 37.250 |
Advance Style | € 38.000 |
CR-V e:HEV
VERSIONE | LISTINO |
Elegance Navi | € 41.400 |
Elegance Navi Leather | € 43.150 |
Sport Line Navi | € 43.400 |
Lifestyle Navi | € 43.900 |
Elegance Navi AWD | € 43.900 |
Elegance Navi Leather AWD | € 45.650 |
Sport Line Navi AWD | € 45.900 |
Lifestyle Navi AWD | € 46.400 |
Executive Navi AWD | € 49.450 |
Suppongo che siano i prezzi che sono cambiati, dato che mancano tutte le Civic a parte la R.
Cosa vuol dire Jazz facelift 2024?
Non dovrebbe arrivare a settembre?
Complimenti per la e a 40.600, fare 39.800 vi mandava in rovina?
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Riguardo la Jazz, essendo cambiati gli allestimenti, per giudicare l’ennesimo aumento di prezzo dovremo aspettare l’elenco delle dotazioni di ogni singola versione.
Almeno sono riusciti a rimanere sotto i 30000, non era scontato.
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Appena mi raddoppiano lo stipendio, come no 👍
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Purtroppo l’età delle auto a basso costo è alla fine, l’auto rischia di diventare un bene di lusso. 😦
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Rischia?… E già un fatto
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In effetti… Però ancora c’è qualche modello che si può acquistare nuovo con 10.000 euro.
Tra un po’ non sarà più possibile, le nuove norme europee faranno sparire le termiche, speriamo che le elettriche calino di prezzo altrimenti diventerà davvero dura.
Una situazione ideale per le auto cinesi.
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Esattamente, la fine del mercato attuale saranno le norme Euro7, ancora peggio dell’ elettrico puro
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Domanda a proposito delle Euro7: pensate che Honda adeguerà le sue auto a questa normativa?
Perché se non lo fa restano solo le elettriche, al momento la e.
Magari ne arriveranno altre, però manca davvero poco all’introduzione dell’Euro 7.
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Io spero di sì. Altrimenti fra 2 anni resteremo senza Honda del tutto
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Segnalerei questo articolo del Sole24ore sulla imminente riorganizzazione di Honda, sia sul piano delle auto elettriche/elettrificate, sia su quello della divisione in aree commerciali.
https://www.ilsole24ore.com/art/auto-elettriche-svolta-honda-via-divisione-i-veicoli-batteria-AEE5YWeC?refresh_ce=1
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Interessante, certo che 30 modelli in sette anni è davvero tanto, se ci riescono vuol dire che hanno già parecchi progetti pronti o in stato avanzato.
Peccato che l’Europa diventi sempre più marginale.
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Una parte non marginale di questi 30 modelli sarà fatta con General Motors, o comunque adottando powertrain elettrici del marchio americano, si sapeva. Honda è comunque un costruttore piccino, da bravi giapponesi tenderanno a mantenere la proprietà in casa ma avranno ugualmente la necessità di unirsi a qualcuno per operare le necessarie economie di scala. La domanda che mi faccio è se e quanto riusciranno a distinguersi.
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Molto molto interessante, secondo me andremo a “perdere” modelli “americani” come la CR-V e comunque non è chiaro cosa vogliano fare con la gamma ibrida medio-alta (Civic e futura ZR-V).
In generale io vorrei capire meglio cosa ha intenzione di fare Honda con l’avvento delle EURO 7 dal 1 luglio 2025.
Aggiornerà i motori attuali o toglierà i termici dall’Europa con 10 anni di anticipo?
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A prescindere dall’Euro7 ho grossi dubbi che Honda manterrà un’adeguata gamma ICEV sino al 2035, già sarebbe grasso che cola aver qualcosa nel 2030 considerati i modelli usciti di recente (Jazz, HR-V, Civic) che a quella data avranno minimo 8 anni di vita commerciale e, in un mercato “normale”, sarebbero prossimi alla sostituzione. Dubito che nel 2030 o 2031 Honda metterà mano al progetto di una nuova Jazz o HR-V o CIVIC o quant’altro motorizzata a derivati del petrolio, al massimo avremo ennesimi restyling dei modelli attualmente a listino o di prossimo ingresso (ZR-V o forse il nuovo CR-V)
Per l’Euro7, vedo che le beghe più grosse graveranno sulla schiena dei motori diesel, motorizzazione che Honda ha già abbandonato; facile che le E-HEV attualmente a listino non avranno grossi problemi a rispettare la nuova norma.
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Non ci sarà più nessun obbligo elettrico europeo dal 2035, quindi non ci sarebbero problemi a proporre le nuove Civic e Jazz con propulsori Ibrido.
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Seeee.
La ratifica è stata semplicemente sospesa con la scusa di discutere su dettagli, evidentemente qualcuno vuole tirare un pò la corda ma la sostanza è quella, non si tornerà indietro, giusto o sbagliato che sia; l’obbligo ci sarà, spunterà giusto qualche eccezione o deroga per qualche categoria di veicoli oppure verranno consentiti motori alimentati a carburanti sintetizzati da fonti rinnovabili. E le case costruttrici lo sanno bene, son proprio loro ad aver delineato la rotta con i loro investimenti sui nuovi modelli e con i vari annunci, Audi, Lancia, Fiat, Jaguar, Volvo, Mercedes e sto giusto andando a memoria, le vendite delle loro auto a derivati del petrolio termineranno ben prima del 2035.
Che poi… considerato il potere economico dell’associazione costruttori auto a Bruxelles, ma davvero vogliamo pensare che il passaggio alle BEV non avvenga con l’avvallo, se non addirittura la spinta, di coloro che sinora hanno pilotato tutta la politica industriale dell’automotive europeo? Davvero pensiamo che l’Europa si stia mettendo contro VW BMW Mercedes e Stellantis?
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BMW e Mercedes hanno sempre avuto una posizione più defilata sull elettrico, in quando puntando molto al di fuori dell Europa devono comunque investire su tutto, De Meo per Renault e Tavares per Stellantis hanno sempre espresso i loro dubbi. A me pare che solo VAG fosse fermamente convinta della scelta full electric. I nippocoreani vivono sereno con la loro neutralità tecnologica e sviluppano di tutto, dall’ idrogeno al diesel
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De Meo e Tavares “piangono miseria”, si dice dalle mie parti, mettono le mani avanti per richiedere aiuti perchè vendendo principalmente vetture di piccola taglia, saranno più penalizzati rispetto a chi vende ammiraglie dagli aumenti di prezzi delle BEV e dal conseguente calo di vendite. BMW Mercedes ed i nippocoreani tengono i piedi in due scarpe, i loro mercati ma soprattutto le fabbriche sparse in tutto il mondo consentono loro di mantenere attive delle linee di produzione ICEV, anche perchè al cowboy che vive nell’entroterra degli States passeranno generazioni prima di vendergli un pickup elettrico, abituato com’è ai suoi V8. Sorprende VW per i suoi interessi negli USA, mi aspettavo che cercassero di tener duro con i motori a pistoni per il mercato statunitense ma è anche vero che se lo erano giocato con il dieselgate e la virata verso l’elettrico fa parte di un’operazione per rifarsi la verginità. Comunque poco importa di ciò che avviene fuori dall’Europa, il punto è che per noi la festa è finita: basta leggere le motivazioni dello stop, che è un rinvio della ratifica per ulteriori discussioni, non è un rigetto. I tedeschi, dapprima favorevoli, vogliono inserire nella lista dei veicoli immatricolabili quelli alimentati ad E-FUEL, i carburanti prodotti in maniera ecologica senza produzione di CO2. Il che fa ridere già così, considerata la convenienza dell’operazione. E anche chi si mette di traverso, ovvero Italia Polonia e pochi altri, lo fa per aver in cambio altre concessioni, è la politica.
Sia chiaro, personalmente son dell’idea che il limite per legge del 2035 sia una vaccata e che sarebbe stato il caso di lasciar fare al mercato senza imposizioni governative, vinca il migliore ovvero chi riesce a proporre i prodotti più adatti ai consumatori. Non andrà così, purtroppo.
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Io spero che andrà cosi, che anche in Europa si arrivi a una neutralità tecnologica come è in Giappone…lo spero, ovviamente, non ho certezze
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In che senso “come è in Giappone”?
I nostri fornitori di auto sono lontanucci dall’arrivarci, mi risulta…
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Nel senso che in Giappone il governo si è tenuto ben distinte da dire ai costruttori quale direzione dovevano prendere. Sceglie il mercato e il nuovo diesel della Mazda è in concorrenza con l idrogeno di Toyota
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Ah ok. Vabbè, in Giappone il governo in pratica E’ i costruttori.
Dell’ultimo diesel di Mazda non ho francamente compreso lo scopo: in EU il diesel è morto, le normative lo hanno decretato perdente perchè troppo costoso da ripulire. In Giappone il diesel non ha mai preso piede perchè troppo “sporco e puzzolente” per le nuvole di fumo e l’odore emesso, ai giappi da pure fastidio la polvere nera dei freni, figuriamoci il particolato dei motori… Honda vendeva i suoi diesel in EU ed India, mica da loro… E Toyota che comprava i diesel da BMW… Quindi per quale mercato l’avrebbero fatto? Bho…
Idrogeno, anche qui è una strategia che non capisco. E’ un vettore energetico il cui ottenimento è conveniente dal punto di vista economico solo da processi industriali che prevedono però forti emissioni di CO2, quindi per la neutralità ecologica non va bene. Ottenerlo da elettrolisi invece non conviene economicamente, il rendimento energetico dei processi (uso corrente per ottenere idrogeno in centrale, poi uso l’idrogeno per ottenere corrente nell’auto) è lontano dall’essere eccellente, conviene solo se hai un surplus di energia elettrica che verrebbe sprecata, quindi è un’operazione che avrebbe senso solo per svincolarsi dalla catena di fabbricazione delle batterie. Infatti, se non ricordo male, di modelli a disposizione ce ne sono due in tutto in tutto il mondo, Toy Mirai ed un suvvino coreano perchè Honda ha abbandonato, quindi siamo nella migliore delle ipotesi in una fase quantomeno embrionale, manca tantissimo per arrivare ad una tecnologia di largo consumo. Resto curioso di vedere come andrà a finire da quelle parti.
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Considerando il mercato americano e quello asia/pacifico non vedo perché non debbano sviluppare nuovi modelli a combustione, il grosso delle vendite non viene fatto in Europa.
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Sicuramente verranno sviluppati per i mercati in cui il motore a scoppio continuerà ad esser venduto, ma questi modelli non arriveranno in Europa, è semplice. Importare un modello comporta tutta una serie di costi accessori (predisposizione di componenti specifici per quel mercato, omologazioni, magazzino ricambi, formazione del personale) che per esser coperti richiedono numeri di vendita adeguati, altrimenti il gioco non vale la candela. Guarda proprio il mercato americano, loro non hanno le nostre Jazz e HR-V, noi non abbiamo le loro Accord, Passport, Pilot, Odyssey, non abbiamo il pickup, non abbiamo le Civic e le CR-V non ibride, per non parlare della gamma Acura. Come vedi, se le sviluppano per altri mercati non è poi detto che arrivino anche qui, non mettono a listino roba che non venderebbe. Anche perchè la vita per gli ICEV in Europa sarà sempre più dura a causa delle sanzioni UE per gli sforamenti sulle emissioni CO2, già adesso stanno facendo dei bei danni quando un Tiguan turbodiesel si ritrova con qualche migliaio di euro di multa già al momento dell’immatricolazione.
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Vedremo….i credo che nei mercati dell Europa centrale e soprattutto meridionale, ci saranno praterie libere per chiunque voglia vendere auto termiche di medio e basso costo…non dimentichiamo che l auto più venduta in Europa è la Dacia Duster
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Questo è poco ma sicuro, i mercati costituiti da utenti non in grado di permettersi delle BEV continueranno a richiedere mezzi a basso costo, quindi usati a benzina e gasolio.
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Secondo me, non necessariamente usati. Stellantis e Renault hanno abbastanza brand per poter continuare a offrire piccole e medie termiche a un costo medio basso
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Aggiungo.
Fatevi due conti a spanne tenendo conto del time-to-market di un modello (si misura in anni), dei tempi medi per arrivare al break even point (anche questo si misura in anni e dipende in buona parte dal successo commerciale), oltre che dei tempi della vita commerciale media… Con questi dati in mano e mettendovi nei panni dell’AD di una casa che venda auto in Europa, voi firmereste OGGI per avviare il progetto di nuovo modello a benzina o gasolio, anche full hybrid come una Civic o una Corolla? Ecco, ponendosi questa domanda ed arrivando alla risposta, ci si può fare una buona idea del prossimo andazzo nel continente.
La mia idea è che se l’AD in questione firma, allora lo sta facendo al pelo prendendo l’ultimo vagone dell’ultimo treno disponibile, e per questo il SE FIRMA è un se grosso come una casa.
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Scusa, avevo saltato il messaggio sui nuovi ed usati.
Stellantis e Renault hanno dei brand per poter continuare ad offrire delle piccole termiche, in realtà mica solo loro, il problema per il costruttore è sempre di tipo economico, se gli convenga o meno produrre una certa categoria di veicoli. E’ il motivo per cui General Motors si è proprio ritirata dal mercato europeo (i bilanci Opel erano in rosso da decenni, compensati ma non sempre dal fatto che a Rüsselsheim progettavano un sacco di roba anche per gli States ed altri mercati del mondo) ed è il motivo per cui Ford cessa la produzione della Fiesta e a breve lo farà per Focus e Mondeo, nessuna delle quali rimpiazzata: non gli conviene più produrle e venderle, margini troppo bassi o addirittura perdita netta. E la cosa viene sia dalla riduzione sostanziale del numero di pezzi venduti che dai prezzi che devono rimanere bassi per risultare competitivi.
Il problema però è lo stesso per tutti i costruttori, il basso costo di vendita va poco d’accordo con i guadagni del produttore che ha pochi modi per venirne fuori, abbassare i contenuti offerti, abbassare le spese fisse tagliando stipendi o manodopera, abbassare la qualità costruttiva. E’ certamente verosimile che Dacia e qualche altro continueranno per un pò a raccogliere le simpatie di una clientela che non potrà o vorrà arrendersi all’elettrificazione, ma cosa potranno allora offrire questi brand a basso costo, costo che dovrà esser abbastanza basso per competere con gli usati e soprattutto con delle BEV che diventeranno sempre più competitive ed attraenti?
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Aggiungo come esempio… secondo te fra 2 anni scomparirá dal mercato un auto nuova come la Toyota Aygo X ?
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No, l’Aygo non scomparirà tra due anni, ma di certo non vedremo la prossima generazione di questa vettura. La terranno verosimilmente a listino fino a quando la domanda sarà abbastanza sostenuta da tenere aperte le linee di produzione, fino a quando cioè a Toy converrà produrla, poi basta.
Considerato che la vita commerciale media di un modello è ormai di 8-9 anni, è il tempo cioè in cui rimane a listino prima di esser sostituito, io mi aspetto di non veder più la presentazione di un modello ICEV dopo il 2025-2026, dopo questa data credo che nessuna casa rischierà di mettere in vendita dei modelli che possano non raggiungere il break even point prima del blocco delle immatricolazioni. Nessuna casa presenterà mai una Clio o una Golf a benzina nel 2030 sapendo che di lì a 5 anni ne verrà inibita la vendita e con il dubbio di non rientrare delle spese. Mi aspetto perciò di vedere listini con sempre più modelli BEV, affiancati dai “vecchi” modelli a benzina che rimarranno in produzione ad oltranza a seconda della domanda da parte del mercato.
Mi aspetto peraltro di veder sempre meno modelli nuovi con doppia alimentazione, tipo la 208 che vien venduta sia a benzina che elettrica, perchè temo una corsa alla specializzazione verso la propulsione elettrica che richiede piattaforme diverse dalle classiche per gli ingombri di batterie, inverter, motori. I vani motore potranno venir ridimensionati nelle BEV, per dirne una, favorendo gli spazi e manovrabilità ma se li ridimensioneranno non saranno più adatti per accogliere motori a pistoni con la trasmissione: come faranno quindi?
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Ma se non ci sarà nessun limite nel 2035, qualcuno (non tutti) continueranno a fare termici anche perché poi serviranno per i carburanti alternativi
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Pianalone il limite del 2035 ci sarà tutto, non cadiamo nell’illusione creata da qualche titolo di giornale che ha chiamato “stop” ciò che invece è un rinvio della ratifica per la modifica di qualche dettaglio.
E anche i carburanti alternativi sono fuffa siderale per l’elevato costo di produzione, possono anche includerli fra le vie lecite per la decarbonizzazione ma la fisica già ora ne decreta la non convenienza per la mobilità di massa: per crearli serve molta energia elettrica (per generare l’idrogeno da elettrolisi, per assorbire la CO2 dall’ambiente e per legarli chimicamente), quindi non c’è da aspettarsi carburanti ecologici a prezzi compatibili con i bilanci familiari dei pezzenti come noi se far 100km con dell’EFuel richiede dalle 3 alle 4 volte l’energia necessaria per un’elettrica a batteria: è qualcosa da usare solo ed esclusivamente dove le batterie non riescono a garantire l’autonomia necessaria per quell’utilizzo, aeronautica oppure, per restare all’automotive, ai mezzi di emergenza.
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Secondo me nel 2035 non succederà nulla, metà Europa (fra cui noi) non sarà comunque pronta dal punto infrastrutturale. Quindi si posticiperá
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https://www.radio24.ilsole24ore.com/programmi/focus-economia/puntata/trasmissione-10-marzo-2023-184200-AEOCAt1C
Dal minuto 51:30 l intervista completa a Cingolani sulla scadenza del 2035 “bocciata”
“L’Unione Europea deve dare il target per la decarbonizzaizone, e siamo d’accordo, ma non deve dire come ci si arriva perché si deve tener conto anche dell’aspetto sociale. Esempio: in Bulgaria il reddito procapite è 8000 euro all’anno, in Lussemburgo è 120 mila. Non posso dire comprate auto elettrica a entrambi entro una data perché al primo servono 6 anni di stipendio, al secondo 6 mesi”. Lo ha dichiarato nei giorni scorsi l’ex ministro Roberto Congolani, che ha spiegato i dubbi dell’Italia sulle normative europee che ipotizzavano lo stop alla produzione di auto termiche entro il 2035. “Va benissimo il target della decarbonizzazione – ha spiegato – ma chi impedisce di utilizzare tutte le altre tecnologie che portano a questo è contro l’ambiente. Il modello elettrico deve essere potenziato, serve tanta ricerca per portarlo avanti, ma io metto in discussione il fatto che si debba dire no a tutti gli altri metodi per decarbonizzare, come i carburanti sintetici. Io se oggi ho una euro 2 non la tengo perché mi piace inquinare ma perché non ho soldi per cambiarla. Se mi date la possibilità di utilizzare carburanti sintetici, incentivati dallo Stato, che mi consentono di usare la mia vecchia carretta è meglio. Perché mi devono costringere ad usare l’elettrica se non lo posso comprare? È un approccio ideologico ad un problema per il quale si devono mettere in campo tutte le tecnologie possibili. Questa è stata la battaglia di Italia e Germania, che mi sembra stia andando bene”
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Da https://nextcharge.app/ si vede la distribuzione degli attuali punti di ricarica, quantomeno nella città di Bologna ce n’è già più di quante io lontanamente immaginassi e il fatto che siano prevalentemente sul verde (anche zoomando ed ingrandendo la visualizzazione) ci fa sapere che siano in gran parte libere, il grosso dell’utenza attuale ricarica in casa o al lavoro o mentre fa la spesa. Solo nei prossimi 2 anni è prevista e già finanziata l’installazione di altre 25000 colonnine sul territorio italiano, fra 12 anni saremo pronti eccome sul lato infrastrutture, e pure la produzione di rinnovabili seguirà finalmente lo stesso percorso. Dico finalmente perchè eravamo abituati a sentire solo proclami e poi a veder realizzata solo qualche rara mosca bianca, adesso la musica è cambiata, c’è il fotovoltaico domestico, sono in costruzione parchi fotovoltaici, sono in fase di progetto esecutivo parchi eolici anche offshore . No, tocca a malincuore dar ragione ai fanatici a pile, non sarà quello il limite della tecnologia che sarà adeguata all’uso da commuter quotidiano sui medio brevi percorsi e continuerà a dare disagi solo nei lunghi viaggi, migliorerà la velocità di ricarica più di quanto crescerà la densità di energia e quindi l’autonomia. Ed è tutto da vedere il discorso dei costi di acquisto, ok che è aumentato tutto e già adesso non si trovano più le Panda a 9500€ come nel pre-covid, ma la transizione verso le pile del parco auto presuppone che le BEV vengano acquistate anche da chi aveva la capacità di spesa per prendersi una Panda, e su questo siamo effettivamente lontanissimi. Il fatto è che la transizione verrà sfruttata anche per un secondo scopo, meno dichiarato, ovvero quello di ridurre la quantità di auto in circolazione che è effettivamente esagerata.
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Vorrei essere ottimista come te…per me è impossibile “palinare” l’Italia intera, e soprattutto non si capisce chi dovrebbe sostenere i costi di un punto di ricarica ogni due posti macchina legali in strada
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Rispondo sull’intervista a Cingolani: quoto pure le virgole di quel discorso e direi che certe zone dell’Italia non siano molto diverse dalla citata Bulgaria se nel nostro paese risultano ancora circolanti diversi veicoli euro ZERO, e parliamo di milioni, non qualche migliaio (dati dalle assicurazioni, quindi neanche da dire che sia roba lasciata a marcire ma non radiata. Euro zero significa che nella migliore delle ipotesi hanno 31 anni, quindi se questi mezzi non sono stati sostituiti sinora allora difficilmente lo saranno da qui al 2035 e, qualora accada, avverrà con degli euro1 o euro2 presi al prezzo delle patate. Siamo perfettamente d’accordo sulle criticità, ma non mi pare che l’Europa stia considerando questi problemi come prioritari.
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Bhe, lo stop attuale vuol dire che qualcuno ha cominciato a pensarci..
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Eh su questo sono io ad avere grossi dubbi, fatico a pensare che la politica stia realmente prendendo a cuore l’interesse di chi può permettersi mezzi dal costo <1500€, soprattutto la politica dell’ Europa “ricca” centrale e del nord continente. E anche osservando l’Italia, al di là delle parole io non vedo delle politiche a sostegno delle fasce povere (togli l’RDC e poi vuoi passare per quello che difende i bassi redditi??) quindi percepisco con molto sospetto queste manovre con dichiarazioni di facciata ma che, per come la vedo io, puntano a difendere altri interessi, uno dei quali l’industria della componentistica.
Ed è anche da notare un dettaglio fatto risaltare in un articolo che ho letto durante il weekend: di questo “stop” ne parla solo la politica, nessuna casa costruttrice ha detto beo su questa discussione a Bruxelles, solo la politica ha commentato: invece proprio la scorsa settimana sono uscite molto sottotraccia tre notizie su Stellantis versante italiano:
1) a Cassino verranno prodotte le eredi di Giulia e Stelvio, solo elettriche: Giulia ha già 7 anni, non credo sia un progetto in nero, non so quanto verrà ancora supportata, mi aspetto pochi anni di ulteriore produzione.
2) verranno tagliati 2000 posti di lavoro fra tutti gli impianti italiani
3) in Sudafrica verrà aperto a breve uno stabilimento per la produzione di veicoli termici: spostano cioè laggiù, anche grazie ad incentivi del locale governo, la produzione di roba a pistoni perchè è lì che saranno venduti.
Io continuo a creder che siano manovre di palazzo, ma vedremo, anche perchè non possiamo fare altro.
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Per capirci quando dico che, da parte del governo italiano, il mettersi di traverso potrebbe tranquillamente essere un pretesto per contrattare su altro, vedi la gestione dei migranti, le direttive sulle concessioni balneari, la rimoludazione dei contributi PNRR…. c’è tanto sul fuoco, mica solo quello. Io cedo sulle macchine elettriche ma tu ti impegni a prenderti metà dei barconi… Si fa così in politica.
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Molto probabilmente, però è notizia di stamattina che anche l’Austria è entrata nel fronte del NO….
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Una cosa che non mi è chiara è la questione carburanti, per quanto tempo avremo a disposizione una rete di distributori capillare?
Finché le elettriche saranno marginali non ci saranno problemi, poi il consumo di carburanti calerà e vedremo la scomparsa di molti distributori.
A un certo punto saranno i proprietari di auto termiche a dover cercare i distributori con una app.
Quanto ci vorrà per arrivarci, dieci anni, quindici?
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Secondo me non succederà così, non così in fretta. Saranno i distributori a rimanere aperti e aggiungere anche le colonnine di ricarica alle pompe
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Da questo punto di vista starei tranquillo.
Allo stato attuale in Italia circolano ancora 3 milioni e mezzo di veicoli euro zero: prima che il parco auto a carburante fossile si riduca al punto tale da ridurre significativamente il numero di distributori credo che la patente ci verrà stracciata per limiti d’età. Ricordiamoci pure che il numero di distributori in Italia è già esagerato di suo, nel nostro paese ci sono circa 21000 punti mentre 12500 in Francia, 14800 in Germania, circa 9000 in Gran Bretagna e Spagna, e il bello è che fra le accise che paghiamo per ogni litro di broda c’è un contributo per la chiusura di distributori che in realtà rimangono aperti.
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Concordo
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A questo interessantissimo dibattito, per il quale ringrazio sinceramente i partecipanti a questo prezioso blog, mi permetto di offrire un contributo ulteriore con le ultime dichiarazioni del Commissario Europeo all’industria , il francese Thierry Breton : https://www.italiaoggi.it/news/auto-breton-lo-stop-ai-motori-termici-non-e-stato-ancora-deciso-202303131600318780
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https://www.quattroruote.it/news/industria-finanza/2023/03/24/_2035_de_meo_il_motore_endotermico_e_ormai_morto_il_futuro_e_elettrico_.html
Che parla come presidente ACEA, associazione costruttori europei, non tanto come AD di Renault.
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E comunque il concetto è: “noi abbiamo fatto degli investimenti in una direzione e DOBBIAMO rientrare di quanto investo”….non è: “noi abbiamo investito in una direzione che è prematura per il cliente e si sta rivelando un autogol industriale nei confronti dei cinesi, cercheremo di rimediare e mediare”. Siamo al “andiamo a prescindere in quella direzione e che Dio ce la mandi buona”
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Per me può dire quello che vuole….lo vada a dire a Toyota (o Honda)….
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